Il progetto
Inserimento scolastico per alunni migranti
Premessa
Sempre più necessario e urgente appare un intervento di inserimento nelle nostre scuole degli alunni stranieri, il cui numero è destinato ad aumentare rapidamente in rapporto al prevedibile aumento del tasso di immigrazione nella nostra provincia e regione. E altrettanto chiara appare la necessità di proposte, che, pur senza avere la pretesa di trovare soluzioni esaustive, siano in grado di superare i limiti degli interventi attuali.
Dal punto di vista generale si possono individuare tre linee fondamentali di intervento:
Insegnamento assimilazionista (Assimilationist teaching nella letteratura anglo-americana):
ci si aspetta che i bambini rinuncino, più o meno gradualmente, alla loro lingua d’origine per diventare parlanti della lingua del paese di residenza. Una pratica estrema di questa è l’immersione diretta (submersion teaching): i bambini sono immersi semplicemente nella classe in cui si parla la lingua maggioritaria senza alcuna forma di intervento. Esempi sono i corsi di sei mesi in cui si insegna l’ebraico ai nuovi immigrati in Israele, e la pratica nella gran parte dei paesi europei, in cui i bambini sono collocati nelle classi e si proibisce loro l’uso della lingua d’origine.
Insegnamento transizionale di L2 (Transitional L2 teaching):
permette di funzionare in una lingua maggioritaria senza perdere o svalutare necessariamente l’uso della lingua d’origine: Sebbene rassomigli al primo tipo di approccio, questo ha una motivazione differente: mentre la forma assimilazionista è sottrattiva nel senso che chi impara sente che la prima lingua gli viene sottratta, questa è additiva nel senso che aggiunge l’abilità di parlare la lingua maggioritaria senza sostituire o sostituire completamente la prima e il parlante ha ancora il diritto di parlare la sua lingua. L’obiettivo non è la soppressione della prima lingua, ma mettere in grado i parlanti di usare la lingua maggioritaria in modo sufficiente per i loro scopi di istruzione o di lavoro (adulti). Si può conservare la prima lingua per tutte le funzioni, tranne che per quelle che coinvolgono i parlanti della lingua maggioritaria.
Conservazione della lingua e insegnamento bilingue (Language maintenance and bilingual language teaching):
prevede la conservazione dell’uso della lingua minoritaria. Una possibilità è il bilinguismo, quando si sceglie di crescere i bambini con due lingue in casa. Molti gruppi organizzano corsi extrascolastici nella lingua del paese di provenienza, in Inghilterra per esempio. In Svezia circa il 10% di bambini immigrati (1981) nella scuola primaria erano istruiti attraverso la loro madrelingua.
Nel primo caso si accetta l’idea che la società detta di accoglienza abbia il diritto di richiedere agli stranieri di abbandonare la lingua d’origine e di diventare parlanti della lingua maggioritaria.
Nel secondo caso l’assunto è che i parlanti minoritari abbiano il diritto di continuare a usare la loro lingua, senza tener conto della lingua ufficiale.
Nel terzo caso il presupposto più comune è che i bambini abbiano il diritto di accedere alla loro prima lingua attraverso il sistema scolastico. Il bilinguismo è visto non come una fase passeggera, ma piuttosto come qualcosa di positivo e permanente.
L’approccio transizionale è neutro rispetto al valore delle lingue minori, quello bilingue incoraggia attivamente una società multilinguistica.
Il problema
Appena agli inizi, l’intervento di inserimento degli alunni migranti presenta attualmente i seguenti limiti:
mancanza di organicità negli interventi: ogni scuola decide secondo le contingenze, richiede di solito l’intervento in questa prima fase di un mediatore culturale alle associazioni che operano nel settore o nella zona; poi ogni scuola si organizza come meglio crede, in termini di durata e di modalità dell’intervento;
vaghezza nella definizione dei ruoli rispettivi degli operatori nell’intervento (insegnanti e mediatori culturali): questo è demandato al buon senso individuale, spesso notevole, di insegnanti e mediatori;
mancanza di un momento di raccordo, di confronto e di valutazione tra gli operatori delle varie scuole, tra insegnanti, tra mediatori culturali e tra mediatori e insegnanti;
scarsa disponibilità di strumenti concreti per l’intervento, come testi e materiali didattici, griglie di valutazione, ecc.
Un intervento integrato
Lasciando impregiudicata la questione di evidente rilevanza politica, perché implica idee diverse di società futura, della scelta tra i due modelli estremi, assimilazionista e bilingue, si può ipotizzare un intervento integrato a livello provinciale su un terreno medio di insegnamento transizionale; medio nel senso che è aperto nel tempo anche ad un eventuale insegnamento bilingue. L’intervento è articolato nel modo seguente:
primo segmento: intervento del mediatore, di durata variabile secondo i casi ma definita, per innescare il processo di inserimento e apprendimento della lingua italiana come L2;
secondo segmento: insegnante di lingua italiana come L2 per un intervento più disteso nel tempo e mirato allo sviluppo ulteriore delle competenze comunicative e specifiche.
I due segmenti sono diversi, ma non separati, nel senso che è evidente che il primo periodo vede un peso specifico del mediatore più consistente; è altrettanto evidente che esso può funzionare a condizione che anche nel primo periodo ci sia un rapporto continuo e stretto tra insegnante e mediatore, soprattutto al momento della rilevazione della situazione e dei bisogni dell’alunno straniero. E, ugualmente, durante il secondo periodo di intervento, si può eventualmente fare uso ancora di mediatori, ma con un ruolo diverso rispetto al primo, più rivolto all’aspetto “interculturale”, una volta che l’inserimento è avviato.
Per un intervento di questo tipo sono quindi necessari:
formazione di insegnanti e mediatori specializzati per il compito;
spazi di confronto e di discussione sulle modalità e obiettivi dei vari operatori a doppio livello,
insegnanti-insegnanti e insegnanti-mediatori;
testi e materiali didattici.
Il ruolo del mediatore
In linea di principio e da un punto di vista strettamente tecnico (insegnamento della lingua italiana come L2), il mediatore non è essenziale. Lo è invece dal punto di vista della preparazione e della prima fase di inserimento. Posto che si tratta non di un semplice corso di lingua straniera per principianti, ma del primo momento di un intervento ben più ampio, entrano in gioco componenti diverse, non solo linguistiche: si tratta infatti di introdurre l’alunno straniero in un universo di linguaggio, di comportamenti e di modi di apprendere il mondo che possono essere anche marcatamente diversi da quelli in cui è abituato a muoversi. La presenza di un mediatore, possibilmente dello stesso paese di origine, è prima di tutto una forma di sostegno psicologico notevole per chi comincia questo processo, oltre che un elemento di avviamento rapido all’apprendimento della lingua italiana e di valorizzazione e di interazione con l’universo di provenienza. Ed è un elemento di spinta alla trasformazione dei metodi di insegnamento degli insegnanti in una scuola che sempre di più dovrà diventare “interculturale”. Il ruolo del mediatore è perciò molteplice e di non secondaria importanza, una volta che siano chiariti il suo ambito e i suoi compiti. In prima approssimazione, e affidando anche al progetto il compito di definire meglio la questione, si potrebbero ipotizzare per il mediatore i compiti seguenti:
preparazione dell’inserimento: contatti preliminari e continuativi con gli insegnanti e le famiglie degli alunni interessati;
rilevazione della situazione dell’alunno migrante dal punto di vista della storia personale, delle conoscenze linguistiche e del contesto di provenienza;
primo contatto con l’ambiente scolastico, apprendimento degli spazi, dei tempi delle relazioni e dei ruoli degli operatori nella scuola, con annesso lessico di base ed espressioni funzionali;
presenza in classe e mediazione comunicativa per quel che riguarda le consegne, le indicazioni e istruzioni fondamentali in rapporto alle varie discipline.
Il ruolo dell’insegnante
Più chiaro appare invece il ruolo dell’insegnante destinato a proseguire l’intervento: l’insegnamento della lingua italiana come L2 in un periodo di tempo più lungo e mirato allo sviluppo (ulteriore) delle competenze comunicative e specifiche, in raccordo con i programmi scolastici. Non solo questo, ovviamente, ma immediatamente soprattutto questo. Di solito a questo scopo nelle scuole vengono utilizzati insegnanti di sostegno o insegnanti di lingua straniera, o comunque insegnanti dalla preparazione più varia. Esigenza fondamentale è allora di dotarsi di insegnanti forniti di una preparazione specifica per l’insegnamento della lingua italiana come L2. Gli insegnanti e i mediatori così formati insieme dovrebbero essere in grado di progettare un intervento che si articoli, come di consueto, in quattro momenti:
rilevazione dei bisogni dell’alunno straniero;
progettazione dell’intervento;
elaborazione di materiali didattici,
valutazione in itinere e finale dell’intervento.
E’ fin troppo ovvio rilevare che, per la riuscita dell’intervento, è necessaria la massima interazione tra insegnanti e mediatori. Tali problemi possono essere affrontati in modo adeguato con le nuove tecnologie informatiche.
Il progetto
Partendo da questi dati, il progetto è rivolto alla prima fase di inserimento degli alunni stranieri. Resta al di fuori del progetto il problema di fornire agli insegnanti il bagaglio necessario per affrontare in termini “interculturali” i problemi connessi con l’inserimento nel lungo periodo. Elementi del progetto sono perciò:
Corso di formazione per insegnanti per l’insegnamento di lingua italiana come L2; il Corso è in parte frontale, in parte on-line;
Corso di specializzazione per mediatori culturali, in parte frontale, in parte on-line; i due corsi saranno raccordati mediante un incontro iniziale e finale tra insegnanti e mediatori; questo corso si configura così anche come continuazione e specializzazione del Corso di Formazione per Mediatori Culturali finanziato dal Servizio Autonomo per l’Immigrazione del FVG che l’Associazione Immigrati di Pordenone ha tenuto nell’anno 2002;
Forum di discussione durante i Corsi on-line,
Forum di discussione durante tutto l’anno scolastico 2003-04, per lo scambio di informazioni, esperienze, materiali, ecc.;
un libro di testo per adulti stranieri, “Parlare italiano”, gi� stampato con finanziamenti del Servizio Autonomo per l’Immigrazione della regione FVG, ma che può essere inserito on-line e può essere perciò scaricato e stampato in ogni terminale;
un libro di testo per ragazzi stranieri degli stessi autori, per la fascia d’et� 10-14/15 anni, on-line, con le stesse caratteristiche;
un momento di valutazione del progetto in itinere
un momento di valutazione finale.
Il corso di formazione per insegnanti
Parte frontale
Durata: 15-20 ore, 4 incontri + incontro di spiegazione del supporto informatico + incontro finale con i mediatori, con un numero di l0-15 corsisti;
Presentazione del progetto e del supporto informatico (insegnanti + mediatori)
L’insegnamento della lingua italiana come L2: i termini del problema
Che cosa insegnare:
pronuncia
vocabolario
strutture
temi, situazioni, funzioni
Come insegnare:
ascolto
produzione orale
comprensione scritta
produzione scritta
preparazione di un’unit� didattica
(insegnanti + mediatori)
discussione di un’unit� didattica di inserimento di un alunno straniero
Il corso per mediatori culturali
Parte frontale:
Durata: 10-15 ore, 3 incontri + incontro iniziale + incontro finale con gli insegnanti, con 10-15 elementi.
Presentazione del corso e spiegazione del supporto informatico (insegnanti + mediatori)
Elementi di psicologia infantile
Elementi di psicolinguistica
Preparazione di un intervento di inserimento
(insegnanti + mediatori)
discussione di un intervento di inserimento
Supporti on-line
I partecipanti alle lezioni frontali di inizio corso non verranno abbandonati a loro stessi ma avranno a disposizione uno strumento complesso di discussione, reciproco aiuto, e-learning che li accompagner� durante l’intera esperienza didattica, facilitando la socializzazione dei saperi e dei problemi, la loro discussione e la preparazione degli incontri frontali di metà corso e fine corso.
Gli strumenti informatici, che resteranno poi accessibili per eventuali altre reiterazioni del corso, saranno costituiti da una suite armonicamente integrata comprendente:
un sito web legato specificatamente al corso ed ai suoi contenuti (portale)
un sistema di discussione on-line in tempo reale (chat)
un sistema di scambio di posta elettronica che coinvolge tutto il gruppo (mailing-list)
un sistema di discussione on-line su problemi e o domande posti direttamente dai corsisti (forum di discussione)
un sistema di educazione a distanza (e-learning)
A Portale.
Il sito verr� costruito con un software di gestione dei contenuti (contents management )che permetterà ai redattori autorizzati (animatori ed organizzatori del corso, esperti) di pubblicare direttamente (e senza conoscenze informatiche) le notizie ritenuti interessanti e funzionali alle attività previste. Verrà quindi costituita una vera e propria redazione ad hoc, redazione facilmente allargabile e modulabile che garantirà il primo contatto in rete con tutti gli utenti e i visitatori.
Gli utenti avranno a disposizione una scelta di notizie generali e pertinenti che potranno poi approfondire con gli altri mezzi a disposizione, un elenco di domande e risposte più frequenti (FAQ - Frequently Asked Questions) che verrà via via aggiornato con i contributi degli utenti, e la possibilità di accedere, ove registrati, agli strumenti sottodescritti.
B Chat
Appuntamenti in chat verranno dati settimanalmente a tutti i corsisti.
In chat, a cui partecipano esperti ed organizzatori, vengono affrontati i problemi più urgenti e viene rafforzata l’identità di gruppo. Le sessioni di chat verranno registrate. Domande e problemi più frequenti verranno aggiunti al corpo delle FAQ iniziali già presenti sul portale.
C Mailing lists
Durante tutto il periodo del corso rester� attiva una (ove necessario più di una) mailing list per i partecipanti. La mailing list permetterà la discussione di gruppo, l’invio di allegati, il confronto di esperienze, il porre questioni di interesse generale. Alla mailing list partecipano anche gli esperti del corso che potranno cos� intervenire direttamente nelle discussioni generali.
D Forum
Il forum è per molti aspetti simile alle mail-list. E’ differenziato da queste, tecnicamente, dall’essere uno strumento web-based, non quindi legato alla posta elettronica ma direttamente leggibile e partecipabile via web da parte degli interessati; da un punto di vista della partecipazione, è diverso dalle mailing-list per il fatto di essere aperto a tutti gli interessati al problema (e quindi non solo ai corsisti), ponendosi quindi come strumento di discussione più generale delle tematiche della mediazione culturale nel nostro paese.
E E-learning
Un vero e proprio modulo di e-learning verrà integrato nel portale. Tramite questo gli utenti potranno seguire una serie di lezioni on line, e il loro apprendimento potrà essere monitorato.
Saranno inoltre a disposizione dei corsisti due pubblicazioni, scaricabili on line e divise in dispense:
il testo “Parlare Italiano” già pubblicato nel 1993 in Pordenone con il contributo dell’Ente Regionale per i Problemi dei Migranti - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (ERMI) e il cui autore è direttore scientifico e coordinatore del corso
un nuovo testo pensato ed illustrato per essere usato dagli educatori di bambini immigranti dai 9 ai 13 anni,
[...]
Obiettivi finali
Gli obiettivi finali del progetto si possono riassumere nel modo seguente:
formazione di un gruppo di insegnanti per l’insegnamento della lingua italiana come L2;
formazione di un gruppo di mediatori per l’inserimento degli alunni stranieri;
integrazione delle varie esperienze di inserimento;
aggiornamento continuo degli operatori attraverso l’integrazione e la discussione on-line;
socializzazione e diffusione nelle varie scuole di informazioni ed esperienze;
raccolta e diffusione di materiali didattici;
raccolta e diffusione di informazioni su attività (convegni, corsi, ecc.) sullo stesso tema;
Va infine sottolineata una delle caratteristiche essenziali del progetto: la sua perfetta riproducibilità in diverse aree territoriali.
Associazione Immigrati di Pordenone
marzo 2003
Con il sostegno e il finanziamento di
Regione Autonoma
Friuli Venezia Giula

è un progetto della
Associazione Immigrati
di Pordenone
PORDENONE
via Piave 40/A
tel. 0434 542295
fax/segr. 0434 536682
scrivici
SAN VITO AL TAGLIAMENTO via Fabrici 31
c/o Punto Informa
cell. 333 4648210
scrivici
MANIAGO
c/o Centro Comunitario
di Maniagolibero
via Dalmazia 60
PASIANO
c/o Comune
via Molini 18
tel. 0434 614324
fax 0434 614312